You are here
Giovani, social e fake news: l’urgenza dell’alfabetizzazione digitale nell’era della disinformazione Lifestyle 

Giovani, social e fake news: l’urgenza dell’alfabetizzazione digitale nell’era della disinformazione

L’esposizione delle nuove generazioni alle notizie false che circolano in Rete, specialmente sui canali social, rappresenta una preoccupazione crescente nel panorama educativo contemporaneo. L’indagine “Alfabetizzazione digitale & Fake News”, realizzata da Ipsos, Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo e Parole O_Stili con il contributo di Fondazione Cariplo, ha coinvolto oltre 4.800 studenti di scuole secondarie per esplorare questo fenomeno in profondità.

I risultati rivelano che quasi un giovane su tre (31%) mette like su notizie non verificate, mentre più della metà (51%) utilizza i social come principale fonte di informazione. La ricerca ha adottato una metodologia innovativa, come spiega Elena Marta, professoressa all’Università Cattolica: oltre a rilevare l’auto-percezione degli adolescenti sulle proprie competenze digitali, ha proposto fake news certificate e osservato in tempo reale i comportamenti dei giovani.

La presenza sui social è massiccia: il 96% degli intervistati possiede almeno un account, con WhatsApp (94%), Instagram (74%) e TikTok (68%) ai primi posti. Esistono differenze di genere nelle preferenze, con le ragazze più attive su TikTok e Snapchat, mentre i ragazzi prediligono Telegram, X e Twitch. Colpisce il dato che il 90% degli studenti delle scuole medie è già sui social, con il 46% degli under 14 presente su TikTok e Instagram. TikTok risulta la piattaforma dove i giovani trascorrono più tempo, circa 2,4 ore al giorno.

I social vengono utilizzati principalmente per comunicare con amici (74%), leggere post dei contatti (69%) e informarsi (51%). L’utilizzo attivo è meno diffuso: solo il 36% commenta regolarmente i post degli amici, il 28% pubblica contenuti propri e il 21% commenta le notizie. Gli studenti del biennio (14-15 anni) sono i più inclini a informarsi sui social (64%).

Riguardo le fake news, si nota una distinzione tra engagement passivo e attivo: mentre il 31% mette like a notizie false, solo il 7% le condivide attivamente. Il 73% degli studenti non condivide mai fake news, mentre il 5% è responsabile di quattro o più condivisioni. Emergono differenze significative: le ragazze condividono il 61% in più di notizie non verificate rispetto ai ragazzi, e gli adolescenti del Sud Italia mostrano tassi più elevati sia di condivisioni che di like rispetto a quelli del Centro e Nord. Il fattore più influente risulta essere il tempo trascorso sui social: chi li usa 3-4 ore al giorno condivide 5,5 volte più fake news e mette 12 volte più like rispetto a chi li usa meno di un’ora.

L’atteggiamento verso la tecnologia è generalmente positivo: il 93% dei giovani la considera un’opportunità, sebbene il 77% riconosca l’importanza di comprenderne i rischi. Nell’autovalutazione delle competenze, circa il 70% si sente capace di trovare informazioni online, ma solo la metà si ritiene in grado di caricare contenuti, e un terzo non sa partecipare attivamente ai social o utilizzare l’email. I ragazzi si percepiscono leggermente più competenti delle ragazze (94% contro 92%), e la Generazione Z appare più abile rispetto alla Generazione Alpha.

La mediazione parentale mostra lacune preoccupanti: un ragazzo su tre affronta da solo i problemi online, un genitore su tre non discute mai delle attività digitali dei figli e un quarto non incoraggia l’esplorazione del web. Come sottolinea Rosy Russo, presidente di Parole O_Stili: “Ancora una volta emerge con forza la mancanza di consapevolezza da parte degli adulti sul fatto che virtuale è reale. I ragazzi si trovano spesso soli di fronte al problema delle fake news”.

Esistono inoltre differenze territoriali significative: il Nord Italia presenta adolescenti più digitalizzati ma con minor presenza genitoriale, mentre Centro e Isole mostrano competenze inferiori ma maggior controllo parentale.

Questi risultati evidenziano l’urgente necessità di un’alfabetizzazione digitale strutturata che coinvolga tanto i giovani quanto i genitori, affinché il futuro digitale sia caratterizzato da una maggiore consapevolezza e responsabilità condivisa.

scritto da 







Related posts