Flai Cgil davanti alla prefettura di Salerno contro lo sfruttamento e la vergogna del lavoro povero
In provincia di Salerno si continua a morire di fatica, in silenzio. Nei campi, nei magazzini, nei cantieri invisibili del nostro agroalimentare, dove troppo spesso il lavoro non libera ma opprime. Qui, dove le braccia dei lavoratori – per lo più migranti – sostengono l’economia agricola locale, il diritto resta un miraggio.
Lo denunciano la Cgil e la Flai Cgil di Salerno che, lunedì 26 maggio, dalle 10 alle 12, saranno in presidio davanti alla Prefettura, per chiedere che si applichi fino in fondo la Legge 199 contro “il caporalato e per denunciare l’abuso di appalti e subappalti al massimo ribasso, che riducono i diritti dei lavoratori a variabili d’impresa. Il presidio nasce dall’esigenza di riportare al centro del dibattito pubblico il bisogno di legalità che troppo si smarrisce tra le pieghe dell’indifferenza”. I sindacati denunciano che restano critici infatti i dati diffusi dal Bollettino Metes 2024 su dati dell’Ispettorato del lavoro nazionale, i quali mostrano una realtà ancora in piena emergenza strutturale in provincia di Salerno, nonostante la presenza della Sezione Territoriale per il contrasto al caporalato. Dunque, secondo il Metes, su base nazionale, quasi il 43% delle aziende agricole ispezionate nel 2024 presentava irregolarità. In provincia di Salerno il dato è ben peggiore: il 59,5% delle aziende agricole controllate è risultato irregolare. Una su due e spesso di più, il più delle volte Aziende medio piccole che creano concorrenza sleale nei confronti delle realtà più grandi. Dietro questi numeri ci sono lavoratori non dichiarati, paghe da fame, turni massacranti, contratti falsi o assenti. “Ci sono lavoratori immigrati che per i requisiti previsti dalla legge Bossi-Fini lavorano in condizioni di irregolarità, spesso sotto il ricatto del permesso di soggiorno o di un alloggio precario”. si legge sulla nota stampa. “È inaccettabile immaginare che lo sfruttamento nell’agroalimentare sia normalizzato dalla incapacità di trovare soluzioni definitive, benché tanto sia stato fatto in tal senso, negli ultimi venti anni e nonostante la presenza della Sezione Territoriale per il lavoro agricolo di qualità che è impegnata per il contrasto allo sfruttamento e caporalato. – spiega Alferio Bottiglieri, segretario generale della Flai Cgil Salerno -. Ci sono ancora lavoratori impiegati anche dodici ore al giorno per un salario che anche se formalmente rispetta la paga prevista dai contratti nazionale e provinciale in realtà viene retribuita per meno giornate rispetto a quelle effettivamente lavorate. Lo Stato deve farsi sentire, non solo con repressione, ma con prevenzione, attraverso più controlli, più ispettori e più coraggio. La Legge 199 del 2016 ha introdotto strumenti importanti per contrastare questi fenomeni, ma l’efficacia dipende dall’applicazione sul territorio e dalla vigilanza istituzionale”.