Emilio De Leo, da Cava voce e cuore di Mihajlovic
Fino a una decina di anni fa Emilio De Leo era noto quasi esclusivamente a Cava de’ Tirreni e dintorni. Adesso, a 41 anni, il suo ruolo di componente lo staff tecnico del Bologna, squadra di serie A, gli ha permesso di essere conosciuto ovunque, perché al momento è proprio lui che funge da “frontman” felsineo in un periodo in cui il capo-allenatore Sinisa Mihajlovic, che l’ha voluto come suo braccio destro, lotta contro la leucemia. Dell’Emilio De Leo dei primi anni si ricorda in particolare l’impegno massimale profuso nei settori giovanili come allenatore, perché dopo essere stato come giocatore nella Juniores della Cavese a metà anni Novanta, ha deciso di formarsi per poter insegnare calcio. È entrato nei quadri del club metelliano a metà dei primi anni Duemila, vincendo un campionato nazionale Allievi di Lega Pro, poi è passato alla Nocerina, acquisendo il patentino di allenatore “Uefa B” dopo quello di istruttore di base della Federazione di atletica leggera. Via via, ha conseguito in anni di studio diversi patentini, fino a quello “Uefa A” a Coverciano. Ma il contatto che gli aveva consentito di farsi conoscere ai professionisti del calcio è stato quello con Fausto Salsano, cavese, che collaborava con l’allora tecnico dell’Inter e oggi ct della Nazionale italiana, Roberto Mancini. Salsano si rivolse proprio a De Leo perché analizzasse alcune situazioni tattiche, e il lavoro si rivelò molto positivo. Così gli fu proposto di offrire il proprio aiuto a Sinisa Mihajlovic, e in varie esperienze ha seguito il tecnico serbo. Anche nella Nazionale maggiore della Serbia, con cui ha mancato però la qualificazione all’Europeo del 2014. Appassionato di tattica, De Leo è stato soprannominato “L’allenatore venuto da internet”. C’è chi lo chiama “L’uomo risiko”, però a Cava in molti ancora lo ricordano come allenatore dell’Aquilotto Cavese, la squadra di Terza Categoria che vinceva di goleada un po’ con tutti e che nell’idea iniziale avrebbe dovuto essere fusa con la società della Cavese per un “progetto unitario”, cosa che non fu possibile per questioni normative. Ma era un’altra storia, perché successivamente De Leo è entrato negli staff di Federcalcio serba, Sampdoria, Milan e Torino, prima di arrivare al Bologna. E tra i collaboratori già noti a De Leo, sono giunti in Emilia anche altri cavesi, Davide Lamberti e Renato Baldi. (fonte La Città)