COSTANTINO L’AFRICANO VENNE A SALERNO 1000 ANNI FA
*La rubrica dell’esperto
Ci siamo recati qualche settimana fa alla presentazione del calendario su Guido Gambone ,tenuta a Salerno presso la Provincia ,a palazzo Sant’Agostino.
L’edificio viene costruito nel settecento ed anticamente ospita un convento di monaci.Successivamente ,nel 1812 ,viene restaurato da Gioacchino Murat e risale proprio a quell’epoca la realizzazione del grande dipinto che campeggia a lato del salone delle cerimonie.
Raffigura Roberto Il Guiscardo che riceve Costantino L’Africano mentre ,seduta sul trono ,assiste all’evento la splendida principessa Sichelgaita.
L’ospite illustre e’un famoso medico nato a Cartagine nel 1020 che ,richiamato dai clamori della Schola ,decide di venire a Salerno intorno al 1086.
La sua visita doveva essere breve ,ma egli rimane circa due anni tra le mura dell’Hippocratica Civitas.
Abbiamo poche indiscrezioni su questo periodo ,ma molto probabilmente egli dimora all’interno del castello ,dove lavora alle traduzioni di Ippocrate e Galeno
La sua presenza produce una evoluzione positiva della Schola ,soprattutto in campo scientifico.
Costantino e’un medico erudito anche se ,non conoscendo il latino ,incontra difficoltà notevoli con la comunicazione.Egli si rende conto che i medici salernitani affidano la loro arte alla pratica ereditata dagli avi ,ma non hanno basi storico culturali.Mancano le traduzioni delle opere dei maestri Ippocrate e Galeno ed esiste solo una conoscenza marginale della medicina araba.
Gli viene in aiuto Alfano I ,che avrà’un ruolo determinante nella sua attività a Salerno.
Il medico egiziano riceve dall’illustre prelato una forte linfa emotiva e studia il latino .
Poi parte per Montecassino ,dove con i buoni uffizi di Alfano I ,si procura i manoscritti da tradurre.
Torna a Salerno ,fa “quadrato culturale “con i medici locali e la qualità della Schola sale ,anche perché avviene il confronto con la conoscenza della medicina araba che il medico di Cartagine ben conosce.
Costantino l’Africano muore a Montecassino intorno al 1086, trascorrendo i suoi ultimi tempi tra le migliaia di manoscritti presenti nella grande biblioteca dell ‘Abbazia Benedettina .
*Camillo Lambiase