CORONAVIRUS. ALLARME BALCANI
Sono oltre 13 milioni le persone che sono state contagiate dal Covid in tutto il mondo. Secondo l’ultimo aggiornamento dell’università di Baltimora, la Johns Hopkins, attualmente il totale dei contagi è 13.323.530, mentre 578.628 sono le vittime; al primo posto sempre gli Stati Uniti, con 3.431.574 contagi e 136.466 morti, seguiti dal Brasile (1.926.824 e 136.466) e dall’India (936.181 e 24.309). Negli Stati Uniti la pandemia non accenna ad arrestarsi ed i numeri continuano ad essere preoccupanti: lunedì 13 luglio i nuovi casi hanno avuto un aumento del 51% rispetto alla media degli ultimi 14 giorni, aumento del 29% per i morti; a preoccupare soprattutto la Florida, il Texas e la California, dove si registrano il 18% dei nuovi casi globali: questo significa che un nuovo caso su cinque proviene da questi Stati. La Florida, ad esempio, ha toccato il record di 15 mila casi in un giorno, il 69% dei posti di terapia intensiva sono occupati; Miami è ora l’epicentro del contagio, la Wuhan americana, e per questo nei prossimi giorni verranno sospesi alcuni servizi. In America Latina crescono i contagi in Honduras, dove sono stati superati i 29 mila contagi, con le vittime arrivate a 807; i dati del Sistema Nacional Gestion de Riesgos (Sinager) parlano di 527 nuovi casi, che portano a 29.106 il bilancio totale dall’inizio della pandemia. Una nuova ondata sta colpendo Tokyo, dove è stato innalzato al massimo il livello di allerta: lo ha annunciato la governatrice Yukiko Koike, spiegando che gli esperti hanno posto al quarto livello, su quattro previsti, l’allarme per la diffusione del coronavirus. Le autorità hanno comunque assicurato che questo non comporterà la chiusura di negozi e uffici, come già era successo anche nel picco dell’epidemia, quando nel Paese non è stato applicato un lockdown rigido. La situazione si fa sempre più grave anche nei Balcani: a Belgrado scatta l’emergenza nelle corsie degli ospedali; il sistema sanitario è sovraccarico e i contagi sono arrivati vicini ai 20 mila: questo è il risultato di aver aperto il Paese a fine aprile. In Croazia la curva sta pian piano risalendo ma difficilmente il governo imporrà limitazioni al turismo, che costituisce il 20% del PIL; in Bosnia, 7 mila i contagi e la situazione che rischia di scoppiare da un momento all’altro, con i sanitari sul piede di guerra ed il Paese che è stato inserito dall’Italia nella black list dei Paesi ai quali è precluso l’ingresso e il transito sul territorio nazionale. L’indice di contagio più alto nei Balcani si registra in Kosovo: la comunità islamica, per contenere la pandemia, ha deciso che saranno consentiti momenti di preghiera fino a 50 persone alla volta e per non più di 10 minuti; infine, in Romania, sono 600/700 i nuovi casi registrati ogni giorno, al punto che la ministra della salute Tataru sta pensando di istituire nuove zone rosse.