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Castel San Giorgio: la mafia dei rifiuti minaccia con le fiamme Cronaca Primo piano Provincia e Regione 

Castel San Giorgio: la mafia dei rifiuti minaccia con le fiamme

Il racket della “monnezza” torna a colpire a Castel San Giorgio; e per la seconda volta distrugge i mezzi destinati alla raccolta dei rifiuti solidi urbani. Ieri notte, poco dopo le 3.30, nel deposito comunale in località Nocelleto, dov’è il parco degli automezzi, ignoti hanno appiccato nuovamente le fiamme, mandando in fumo tre autocompattatori noleggiati dalla ditta privata “Giomar”, insieme a un autocompattatore e un Ape Car di proprietà del Comune. Alle 3.45, le fiamme sono diventate visibili ed è scattato l’allarme. Sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e i carabinieri; poco dopo anche la sindaca Paola Lanzara, l’assessore all’Ambiente Giovanni De Caro, consiglieri comunali, tecnici, operai, la Protezione civile con Gaetano Viviano e diversi cittadini. Una storia che si ripete: esattamente quattro mesi fa, il 15 maggio, un rogo doloso aveva distrutto 12 tra autocompattatori e altri mezzi all’interno del capannone di via Nocelleto. Dopo quell’episodio il capannone doveva essere sottoposto a una verifica statica prima di essere riutilizzato. Per questo motivo, l’altra notte, i mezzi, noleggiati sempre dalla Giomar di Castel San Giorgio, erano parcheggiati all’esterno, a cinque metri dall’ingresso. Gli attentatori avrebbero scavalcato la bassa recinzione esterna del deposito e appiccato il fuoco; ma non è escluso il lancio di una bottiglia incendiaria dalla strada. Sul caso indagano i carabinieri della compagnia di Mercato San Severino, agli ordini del maggiore Alessandro Cisternino. La notte della sindaca. La sindaca dopo la notte insonne non è rincasata ed è andata direttamente in Comune dove ha ricevuto la solidarietà del presidente della Provincia, Canfora, di tanti sindaci e del Governatore Vincenzo De Luca che le ha detto: «Resisti». Poi è tornata al deposito assieme all’assessore Justine Galluzzo, anche lei vittima di un attentato incendiario alcuni mesi fa, e al consigliere comunale Michele Fasolino. All’arrivo al deposito comunale, subito si avvicinano operai e funzionari. Il primo cittadino mostra l’ennesimo scempio: «Mi chiedo cui prodest (a chi giova, ndr)? Nessuno di noi o dei consiglieri comunali è stato neanche avvicinato per una richiesta, una pressione, una qualsiasi cosa che possa lasciare intuire una pista. Quest’ennesimo attentato mi fa rabbia non solo per i danni che ha prodotto anche alla raccolta dei rifiuti ma pure per l’immagine che diamo della nostra comunità, dove non abbiamo problemi particolari di delinquenza. Chiederò al prefetto la convocazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ». Mentre il sindaco, l’assessore e il consigliere guardano attoniti i mezzi distrutti, si avvicina il funzionario comunale Giovanni Bove: «Sindaco, possono bruciare pure i mezzi ma l’immondizia noi la raccogliamo lo stesso. Non ci fermeranno ». La gara milionaria. Questo rogo arriva proprio mentre è in corso la gara per l’affidamento per 5 anni (prorogabili per altri due) del servizio di igiene urbana e manutenzione del verde pubblico a Castel San Giorgio, attività oggi in carico alla società in house “San Giorgio Servizi”. Un appalto da 14 milioni che potrebbe far gola a qualcuno. Ma in auto verso il Comune, la sindaca sottolinea: «È un appalto europeo, fatto secondo i criteri per i quali non molti possono partecipare. Fino ad ora sono solo tre le ditte concorrenti e una di queste è stata estromessa per problemi di requisiti. Lunedì si apriranno le buste con le offerte». È vero che l’appalto potrebbe far gola ma, a dispetto della previsione di cinque anni, incombe sempre la spada di Damocle. La normativa, infatti, prevede la costituzione di una società di ambito o sub ambito e comunque sovracomunale, che potrebbe prendere il posto della vincitrice anche fra sei mesi o un anno. E se si trattasse di un incendio per scoraggiare i partecipanti alla gara e farli rinunciare? Sospetti, solo sospetti, al momento. Arrivati al Comune l’avvocato Lanzara scendendo dall’auto saluta dicendo: «Abbiamo fiducia nelle forze dell’ordine. Attendiamo risultati. Agli incendiari dico che se hanno intenzione di intimidirci non hanno capito niente. Noi andremo avanti». Lasciato il sindaco al Comune, si avvicinano alcuni cittadini: «State facendo un’intervista per l’incendio? È una vergogna, questo paese è sempre stato tranquillo. Si deve vedere cosa si deve fare per “acchiappare” questi mascalzoni». Ma quando si chiede se hanno sospetti su qualcuno, le risposte vanno dal «boh» a «i carabinieri lo sanno…». Davanti ai bar o alla posta della frazione capoluogo, il moto d’indignazione è unanime e una donna, all’uscita da una pasticceria dice: «Io non so chi sono, ma qui hanno incendiato l’auto all’ex assessore Michele Salvati, quella dell’ex consigliere Pietro Gioiella, della Galluzzo, una volta al deposito dei mezzi a Nocelleto a maggio, una volta a un compattatore a giugno adesso un’altra volta a Nocelleto: ma quando finisce sta’ storia?». Già, quando finirà? Fonte: La Città di Salerno

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