Blitz antidroga, Fiorenzo Parotti a capo dell’organizzazione. Sequestrati a Salerno una pizzeria e una lavanderia
Operazione antidroga a Salerno, per la Procura Antimafia di Salerno guidata da Giuseppe Borrelli il 32enne Fiorenzo Parotti era a capo dell’organizzazione dedita allo spaccio. Avrebbe avuto contatti con paesi esteri dai quali, tramite il porto di Salerno, acquistava droga (principalmente cocaina) per inondare il mercato delle piazze salernitane. Una organizzazione che, con il supporto di sodali anche albanesi, aveva ramificazione nell’avellinese (Montella) e nel Napoletano. Il nome di Parotti emerge dal blitz di questa mattina, denominato El Fakir, operato dai carabinieri su disposizione della Dda e che ha portato in carcere 23 persone oltre 2 ai domiciliari. Tra i reati contestati c’è anche il riciclaggio di denaro che sarebbe avvenuto in orologi di pregio e attività commerciali nel territorio salernitano come una pizzeria (zona orientale) e una lavanderia entrambe oggetto di sequestro insieme a una cifra di 165mila euro.
SCRIVE LA PROCURA
Gli esiti complessivi delle investigazioni hanno consentito di accertare che il salernitano PAROTTI Fiorenzo, promotore, organizzatore e finanziatore del sodalizio, aveva nel tempo assunto una posizione di assoluta primazia nell’ambito del traffico degli stupefacenti a Salerno sia in termini di introiti che di bacino di utenza, grazie ad una stabile collaborazione con la criminalità napoletana ed attraverso una ramificata rete di distribuzione – costituita da veri e propri sottogruppi – in ambito provinciale (Acerno, Olevano sul Tusciano). L’approvvigionamento avveniva per il tramite di diversi, qualificati canali, tracciati sia in territorio continentale (Albania e Olanda), sia oltreoceano (Panama e Brasile), col precipuo fine di reperire lo stupefacente direttamente dai paesi di produzione, acquistandolo in ingenti quantità ad un prezzo più vantaggioso, grazie al progressivo incremento del volume di affari dell’organizzazione. Il nome dell’operazione “EL FAKIR” è stato tratto proprio dalle indagini su quest’ultimo canale di rifornimento. Nel seguire i movimenti di LUMIA Rosario, broker internazionale di origine napoletana in contatto con diversi cartelli della droga, era emerso il progetto di inviare una spedizione di cocaina nascosta all’interno di container provenienti da Panama; inizialmente era stato proposto addirittura il porto di Salerno quale destinazione finale, salvo poi virare su Algeciras in Spagna, non avendo le società intermediarie incaricate del trasporto rapporti commerciali diretti con l’Italia. Il referente panamense dell’operazione era GERMAN ELIECER CHANIS AGUILAR, alias “EL FAKIR” (il fachiro), allora latitante e ritenuto dalle autorità internazionali “altamente pericoloso”, nonché leader del gruppo paramilitare “frente 57” delle FARC, operante in molteplici attività criminali al confine tra Panama e Colombia. La spedizione non si concretizzava solo in ragione dell’arresto di EL
FAKIR, avvenuto in Messico 13 gennaio 2018, a seguito di in una “red notice” (elenco di latitanti destinatari di provvedimenti di cattura internazionali) emessa dall’Interpol, su richiesta delle autorità panamensi ed in coordinamento con quelle messicane. Per via della riconosciuta pericolosità di “EL FAKIR”, il suo rientro a Panama è avvenuto sotto la supervisione di un consistente dispositivo di sicurezza schierato presso l’Aeroporto Internazionale di Tocumen. Egli, infatti, oltre ad essere un narcotrafficante, era ricercato anche per omicidio e per reati vari commessi con esponenti legati alla criminalità organizzata. In seguito a tale imprevisto, LUMIA aveva individuato un’ulteriore rotta, questa volta
dal Brasile, accordandosi per nascondere lo stupefacente in container di caffè destinati ad un’azienda operante nel settore della torrefazione con sede in Campania. Anche in questo caso il progetto non si realizzava solo per via del suo arresto, avvenuto a Napoli a maggio dello stesso anno. Le attività del sodalizio subivano comunque solo semplici rallentamenti,
grazie al fatto che il canale di approvvigionamento con Olanda e Albania non aveva mai smesso di rifornire le rigogliose piazze. La mentalità imprenditoriale dei sodali, in particolare del PAROTTI, non si è fermata alla gestione degli illeciti proventi provenienti dai fiumi di droga trafficati e spacciati. Le indagini, anche bancarie, hanno appurato come detti proventi siano stati reinvestiti in attività economiche e commerciali, dopo la ripulitura del denaro mediante il passaggio su
conti correnti di persone compiacenti, nell’evidente scopo – vanificato dai meticolosi accertamenti – di occultarne e renderne impossibile l’identificazione. Inoltre, la creazione di una nuova società mediante l’utilizzo di intestatari fittizi ha permesso agli indagati di realizzare il citato ristorante – pizzeria a Salerno (“àPuntella”), accedendo al finanziamento
pubblico “PROGETTO INVITALIA – RESTO AL SUD”, ricavandone tra i diversi vantaggi
patrimoniali anche una parte a fondo perduto quantificata in € 70.000. Da qui le connesse ipotesi delittuose di riciclaggio, auto riciclaggio, intestazionefittizia di beni e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Nel corso dell’attività d’indagine, sono state già arrestate 8 persone in flagranza di reato, sequestrati 25 kg di stupefacente, orologi di pregio per un valore di € 75.000 ed oltre € 160.000 in danaro contante. La stima del fatturato complessivo dell’impresa criminale è di oltre 20 milioni di euro annui esentasse, cui vanno aggiunti quelli delle fiorenti attività commerciali costituite per
ripulire il danaro. L’imponente operazione portata a termine ha messo in luce lo spessore criminale di Parotti e dei suoi gregari, in un settore, quello della droga, che non risente di crisi alcuna ed ha dimostrato le consolidate competenze manageriali dell’illecito sodalizio, capace di estendere le sue maglie dai Balcani ai Paesi Bassi, sino ai famigerati cartelli sudamericani.