Arresto sindaco di Santa Marina, un sacerdote: “Qui Dio è Fortunato”
Arresto a Santa Marina del sindaco Giovanni Fortunato, nell’ambito delle indagini gli investigatori hanno sentito diverse persone. Tanti residenti della zona che hanno permesso di ricostruire l’operato “sospetto” del primo cittadino, tanto da spingere il gip del tribunale di Lagonegro, Guerino Francesco Gatto, a scrivere nell’ordinanza che «attraverso l’uso distorto del mandato elettivo, ha trasformato un lembo del Golfo di Policastro nel “mondo di Giovanni”». Per gli inquirenti, dunque, Santa Marina era diventata una sorta di “feudo” del dirigente di Forza Italia, un posto dove ogni azione poteva essere realizzata solo con il placet del primo cittadino: chi provava a contrastarlo, diventava inviso fino a rischiare di subire ulteriori conseguenze. Un modus operandi che viene ricostruito proprio attraverso le persone ascoltate a sommarie informazioni. E, fra le varie dichiarazioni raccolte, ce n’è una che spicca più degli altri. È quella di un sacerdote che fu chiamato dalla polizia giudiziaria per avere ulteriori dettagli sul “clima” che si respirava nel centro del Golfo di Policastro nel corso dei mesi delle indagini. Lo scrive oggi la Città. “Giovanni Fortunato è sempre dietro tutto, è potente, è un Dio“, la premessa del verbale dell’escussione del 2 febbraio 2024. Prima della sua testimonianza sulla vita amministrativa del paese che si sofferma, in particolare, su tutto ciò che riguarda gli aspetti del settore edilizio: «Quando penso in tutti questi anni a Fortunato, tutto doveva passare da lui: se uno era suo amico, passava di tutto. Se invece era nemico, creava problemi. Non si muove foglia che Giovanni non voglia, è il deus ex machina. Ho la percezione che sia sempre Fortunato a decidere. Io sono uno che entra nelle vicende della parrocchia e ho visto qualcuno veramente soffrire e perdere la pace in certe vicende…».