Agosto di sofferenze per gli utenti delle Poste a Salerno
Piano estivo per gli uffici postali e lavori urgenti: è iniziato un agosto difficile per i salernitani. Il periodo peggiore sarà quello da sabato 11 fino a fine mese, quando molti uffici saranno chiusi in alcuni giorni o aperti solo di mattina. L’antipasto di quello che verrà c’è stato ieri mattina alla sede numero 5, in via Nicola Aversano, al rione Carmine, dove sono stati obbligati a rivolgersi anche tutti gli utenti dell’ufficio Salerno 13 di via Salvatore Calenda, che resterà chiuso fino a data da destinarsi per lavori urgenti. Bacini di utenza enormi di due grandi quartieri cittadini, per la gran parte affidati ad un unico ufficio, insomma. Ieri mattina, lunghe code in via Aversano perfino al Postamat, dove per un prelievo di contante si è arrivati ad attese fino a 30 minuti: «A saperlo mi portavo una sedia, il giornale e un ghiacciolo», commenta ironico un cliente. E la persona accanto aggiunge: «Qui il pomeriggio arriva il sole, adesso torno più tardi con la sdraio così mi abbronzo…». Mentre fuori i clienti erano in fila sotto il sole, all’interno dell’ufficio le proteste si facevano sempre più virulente: «Devo pagare due bollettini e attendo da oltre un’ora…», sbuffa un utente. Ed una pensionata racconta: «Almeno un centinaio di persone erano già in fila all’apertura. C’è chi arriva alle sei del mattino per prendere un numero. Se arrivi alle nove potresti rimanere in coda per ore. Ma è normale fare questa file solo per prendere la pensione? ». Proteste varie, voci concitate, gran caldo. E col piano estivo sarà ancora peggio.
I tagli al servizio. Il piano di razionalizzazione di Poste – in pratica chiusure parziali per consentire le ferie ai dipendenti – prevede limitazioni di orario a partire dalla prossima settimana. La sede centrale, quella di via Garibaldi, sarà sempre aperta, mattina e pomeriggio come lo saranno le sedi Salerno 5, quella di via Aversano (anche perché deve accogliere l’utenza dell’ufficio di via Calenda), Salerno 6 in via Fiume a Mercatello, Salerno 7 via Filippo Sciaraffia (nei pressi del mercato a Torrione) e Salerno 9 in via Sinchelmanno a Pastena. Tutti gli altri uffici postali in città saranno aperti solo la mattina ma alcuni con limitazioni. Mentre sempre aperti e solo di mattina saranno il Salerno 4 a piazza Vittorio Veneto nei pressi della stazione ferroviaria e l’agenzia di Ogliara, saranno chiusi nei sabato 11, 18 e 25 agosto gli uffici di Salerno 8 via Nicola Fiore a Fratte, Salerno 10 via Pietro Capasso/ via Luigi Guercio (zona Irno), Salerno 11 a via Gherardo Cristaino a Torrione Alto (nei pressi dell’istituto nautico), Salerno 14 a Matierno e quello di Fuorni. L’agenzia Salerno 3 a via Arce sarà chiusa il 14, il 18 e il 25 agosto e quella a Giovi le serrande saranno abbassate il 13, il 14, il 18 e il 25 agosto, mentre sarà aperto sabato 11 agosto. «La razionalizzazione estiva è una procedura che Poste attua già da diversi anni e che in teoria dovrebbe compendiare le esigenze dell’utenza e quelle di organizzazione aziendale per garantire le ferie ai dipendenti, ma sorgono sempre problemi – dice Francesco Grillo del sindacato autonomo Failp Cisal – E a pagarne le conseguenze sono i clienti e gli operatori postali. I dipendenti, infatti, da un lato sono obbligati ad andare in ferie nei periodi di chiusura dell’uf- ficio tranne in rari casi; dall’altro chi rimane deve sobbarcarsi un superlavoro e soprattutto essere il terminale di un’utenza inferocita». Il problema di fondo è la cronica mancanza di personale: «Quest’anno una trentina di dipendenti andranno via in esodo incentivato e quindi la situazione tenderà ulteriormente ad aggravarsi se non ci saranno rimpiazzi». Non mancano poi le proteste per il mancato o tardivo recapito della corrispondenza: «È partito da qualche settimana il progetto di recapito a giorni alterni – ricorda Grillo – che comporta un carico di lavoro eccessivo per il portalettere che deve fare ogni settimana due zone mentre l’utente si vede recapitare la posta un giorno si e uno no. Questo progetto, che ha garantito il mantenimento dei livelli occupazionali, alla fine ha reso insoddisfatti sia gli operatori sia l’utenza».
Fonte La Città