Accadde oggi: il 28 dicembre 1947 muore in esilio ad Alessandria d’Egitto Vittorio Emanuele III
Accadde oggi: era il 28 dicembre del 1947 quando ad Alessandria d’Egitto morì Vittorio Emanuele III, primo re Savoia a morire in esilio dopo Carlo Alberto. Consentì nel 1922 l’affermarsi del Fascismo e passò alla storia per la sua fuga, dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, che lasciò allo sbando l’esercito italiano. Abdicò a favore del figlio Umberto poco prima del Referendum, in cui si affermò la Repubblica.
Qualche giorno prima, più precisamente il 23 dicembre 1947, Vittorio Emanuele III aveva detto: “Viviamo in un bel porco mondo”, rivolgendosi al proprio aiutante di campo, il Colonnello Torella di Romagnano. Parole che si riferivano al fatto che Vittorio Emanuele III aveva notato che nella corrispondenza giunta dall’Italia per le festività natalizie, alcune missive inviate da eminenti personalità, “brillavano” per la loro assenza, aspettandosi al contrario degli omaggi.
La scomparsa di Vittorio Emanuele impedì, per la disposizione precedentemente menzionata, ogni avocazione di titoli al Re Umberto II. che abbandonò l’Italia, il 9 giugno 1946, non appena proclamata la Repubblica. Per l’estremo saluto, il Re d’Egitto Faruq dispose che al sovrano defunto fosse riservato un funerale di Stato a carattere militare, rappresentato dalla collocazione del feretro su un affusto di cannone, scortato da un’adeguata rappresentanza della forza armata egiziana.
La salma di Vittorio Emanuele III, salutata all’epoca delle esequie da 101 colpi di cannone, è tornata in Italia tre anni fa. Dopo essere stata custodita per 70 anni nella Cattedrale di Alessandria d’Egitto, riposa nel Santuario di Vicoforte, a pochi passi da Mondovì, in Provincia di Cuneo.