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Degrado ex Pastificio Amato, il sindaco Napoli fa partire la bonifica Attualità 

Degrado ex Pastificio Amato, il sindaco Napoli fa partire la bonifica

Il Comune emetterà un’ordinanza per la messa in sicurezza dell’intera area dell’ex pastificio Amato. Ad affermarlo è il sindaco Vincenzo Napoli , la struttura divenuta negli ultimi tempi rifugio di tossicodipendenti e spacciatori, inizia a cambiare il volto da aprile. Il sindacofirmerà i provvedimenti necessari – richiesti anche dal comitato di quartiere di Mercatello – per garantire la sicurezza dell’intera zona. «Stiamo valutando l’intervento più opportuno da realizzare per chiedere alla proprietà di mettere in sicurezza l’intera area – ha affermato il primo cittadino Non può esistere una situazione di degrado del genere in città ». All’interno dello stabilimento di via Picenza a Mercatello- ha scritto il giornale La Città-, disagiati di vario genere hanno abbattuto per alcuni metri la recinzione in ferro dell’ex pastificio e, scavalcando un muretto, riescono facilmente ad entrare in un’area ricca di insidie, anche per la presenza di buche dove un tempo erano sistemati i macchinari. All’interno dell’ex Mulino ci sono tracce di ogni forma di disperazione: dai clochard che trovano un riparo nelle scale, ai giovani che si sballano annusando lo spray delle bombolette in particolare quelle che contengono le ricariche per gli accendini. L’intera zona è divisa in vari settori, come in una spartizione decisa da spacciatori e tossicodipendenti, che hanno preso d’assalto la struttura dopo che per due volte era stata bonificata dalla proprietà. La camera della morte.
Entrando nell’ex pastificio, alle spalle della palazzina che un tempo ospitava gli uffici, c’è una sorta di garitta, che qui chiamano “La camera della morte”: 15 metri quadrati con all’interno due mobili e una scrivania, circondata da calcinacci, bottiglie utilizzate per fumare la droga e un tappeto di siringhe. Chi ha il coraggio di entrare in quel locale a piano terra, facendo attenzione a non calpestare le numerose e grandi macchie di sangue, avverte chiaro l’odore del dramma vissuto dai disperati che lo frequentano. Al primo piano del Mulino, invece, c’è l’area del metadone, dove sono visibili decine di boccette del Serd, il servizio per le tossicodipendenze di Salerno, ammassate un po’ da per tutto. Nelle scale, invece, che portano su lungo gli otto piani dell’edificio ci sono i segni di bivacchi e le bombolette utilizzate per lo sballo. La “piazza” di spaccio. Nella parte posteriore del fabbricato c’è una discarica a ridosso del muro su via Picenza, lato chiesa, dove avviene lo spaccio, con la droga lanciata al di là del recinzione. L’esperta del Serd. Ad impressionare è l’enorme numero di bombolette spray e di boccette di metadone del Serd. «Come prevede la legge – ricorda Antonella Grandinetti , responsabile del servizio per le dipendenze dell’Asl a Salerno – affidiamo il metadone agli assistiti per massimo sei giorni e loro devono dichiarare dove lo terranno. Poiché molti non vogliono far sapere ai familiari dell’uso di questo farmaco si disfano in vari modi delle boccette».
Esiste anche un traffico illecito del metadone, con pazienti che lo vendono dopo averlo preso regolarmente dal Serd: «Certo noi non possiamo controllare cosa fanno i pa- zienti una volta fuori dalla nostra sede – ammette la direttrice del servizio delle tossicodipendenze – Ma dalle nostre analisi, c’è traccia che i nostri assistiti assumono questo farmaco». Circa gli edifici abbandonati e rifugio di tossicodipendenti, la direttrice Grandinetti sostiene: «O se ne impedisce l’accesso o, ancora meglio, si aprono questi spazi alla città, organizzando luoghi di aggregazione e iniziative sociali e culturali, aperti al quartiere, evitandone l’isolamento ». La direttrice del Serd, si rivolge poi direttamente ai tossicodipendenti: «Invece di andare all’ex pastificio Amato o in altri luoghi del genere,- continua La Città nell’articolo di Salvatore De Napoli- venite qui, nella nostra sede a Torre Angellara. Venite a chiedere aiuto, ve lo daremo. Vi accoglieremo nel pieno dell’anonimato. Chiedeteci aiuto, siamo qui per questo e siamo felici di potervelo offrire. Insieme affronteremo qualsiasi problema».

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