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Crac Ipervigile, gli ex addetti in rivolta a Nocera Inferiore Provincia e Regione 

Crac Ipervigile, gli ex addetti in rivolta a Nocera Inferiore

«È una vergogna, quel maledetto ci ha lasciati in mezzo alla strada». È uno schifoso, ha nascosto i soldi. La giustizia fa schifo». Così si è chiusa, tra la tensione di una ventina di dipendenti finiti senza lavoro, l’udienza del processo Ipervigile, rinviato al prossimo ottobre per l’astensione degli avvocati. «Sono cinque anni che andiamo avanti così», si sfoga uno dei lavoratori, arrivati a far sentire la propria voce contro i “padroni” della società, in questo caso uno in particolare, Fernando De Santis , gestore di fatto di una rete di società di vigilanza travolto dalla maxi inchiesta avviata nel 2013. «Non si può andare avanti così, vogliamo essere ascoltati, c’è gente che ha problemi gravi, per le udienze alcuni arrivano da Como, da Verona». La rabbia dei dipendenti è esplosa quando il giudice Raffaele Donnarumma ha disposto il rinvio dell’udienza, come di rito, in attesa di entrare nel cuore del procedimento, impastoiato tra riunificazioni e aggiornamenti da anni. «Quel maia… ha i conti all’estero e noi stiamo qua senza lavoro », «Vergogna». Sono stati tra i commenti più violenti rivolti ai responsabili del crac, sotto accusa a vario titolo come artefici di un intricato giro di società costituite come scatole cinesi, tra prestanome e teste di legno, in grado di disperdere poi la liquidità, lasciando nei guai centinaia di lavoratori. All’esterno del palazzo di giustizia i dipendenti, invitati ad uscire dalla forza pubblica presente, hanno annunciato un presidio e un rialzo delle proteste. « Siamo in Italia e tutti hanno mangiato con la vicenda Ipervigile, spiega G iuseppe Manzo , rappresentante dei lavoratori- Solo oggi l’Inps si è accorta, dopo sei anni, che i Durc erano falsi e non c’erano i contributi. Solo per l’Ipervigile siamo 245 persone senza lavoro, 700 in totale contando anche le altre società». Poi il rappresentante dei lavoratori continua: «Chi è rimasto vicino a De Santis lavora, noi siamo qua. Il ventitré dicembre 2013 è la data storica in cui abbiamo chiuso, abbiamo perso il lavoro. In sede civile il procedimento va avanti ancora più lentamente. Ci sono i crediti con la curatela fallimentare, ma non ci ascoltano. Vantiamo i tfr, numerose mensilità. Non abbiamo avuto nulla. Siamo senza niente. La cosa assurda è un’altra». Quindi conclude: «La nostra società vinceva appalti e commesse per conto della Banca d’Italia, per Poste Italiane, per grosse società finanziarie, e ora si scoprono le carte false, i documenti truccati. Mentre noi trasportavamo valori e liquidi ovunque. Rischiando la vita. Alcuni nostri colleghi sono morti per le rapine. Abbiamo lavorato in strada per anni, e ora solo quello ci resta, la strada. «Il processo riprenderà il due ottobre-spiega un altro dei delegati del gruppo, Ernesto Saturno- andremo avanti, protesteremo». Mister Ipervigile” Ferdinando De Santis, è sotto processo con accuse comprese tra bancarotta, appropriazione indebita, emissione di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di ritenute, omesso versamento di Iva, truffa aggravata per ottenere fondi pubblici, appropriazione indebita e smercio di banconote false. Con lui sono alla sbarra altri quindici imputati, tra i quali la moglie, Filomena Vicidomini , la madre di lui, Filomena Paolino, Maria Assunta Scarpati, Pierdonato Gallitelli e uno degli intestatari formali, Andrea Satiro. Fonte: La Città di Salerno

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