Storie di Remo, i gioielli del Duce
Puntata 2
Valeria era una brunetta piena di pepe ,con i capelli corvini che tradivano le sue origini meridionali; li annodava sul collo con un elastico rosso che accentuava l’aria sbarazzina dei suoi vent’anni.
Il sorriso le illuminava gli occhi castani increspando le labbra carnose ,mentre gli zigomi sporgenti davano al suo viso un aspetto vagamente orientale .Era sempre allegra ,
nonostante in quei momenti così drammatici c’era poco da ridere.
Riusciva a sdrammatizzare anche gli eventi penosi della guerra ,avendo con tutti una parola di conforto . Bill era un bel giovanotto ,alto e robusto ,con dei riccioli neri che gli coprivano la fronte ; anch’egli sempre sorridente ma meno intraprendente della fidanzata che nella coppia si poneva come figura dominante.
Stavano insieme dai tempi delle primarie ed erano subito diventati inseparabili fin dal primo momento.
La guerra li colse poco più che ragazzi; i genitori di entrambi li avevano cresciuti insieme.La madre di Bill lavorava nella filanda ,mentre quella di Valeria era lavandaia; i papà diambedue prestavano servizio a turno come custodi in una industria di Como.
Quando i ragazzi decisero di darsi alla lotta armata ,trovarono la ferma opposizione dei genitori .
Questi non volevano per loro una vita che li esponesse a rischi ancora maggiori di quelli di un quotidiano già così difficile.
Ma niente aveva potuto cambiare la loro decisione ,perché essi sentivano fortemente gli ideali di una vita libera ,impossibile in un paese oppresso da una dittatura che aveva portato la loro patria alla rovina. E così un giorno andarono via di casa, con un sacco sulle spalle pieno dell’indispensabile per una vita in emergenza .
Sui monti della Brianza incontrarono Bianca Bosisio(Elena )e passarono la notte bivaccando insieme agli altri.Il giorno dopo conobbero Dario Gianorio(Camillo) e Guido Bertolotti(Max)che erano pronti per una operazione da effettuare proprio nella notte successiva
I ragazzi furono partigiani con i nomi di Bill e Valeria e vennero inseriti nella squadra operativa dell’azione del giorno dopo.
Si trattava di un appuntamento con un ricognitore inglese ,
decollato da un aeroporto veneto ,forse da Thiene.
Avrebbe sorvolato le colline di Carena ,dopo il tramonto ,mimetizzandosi con le prime ombre della sera.
I comandanti partigiani non inserivano mai subito i nuovi adepti nelle operazioni, avendo timore di infiltrazioni fasciste ,ma i due erano stati riconosciuti da Elena che li aveva entrambi avuti con lei a Lecco ,in un campo scout.
Avendoli poi anche frequentati a Como, conosceva bene gli ideali antifascisti delle loro famiglie ,per cui li prese in custodia personalmente per quell’esordio bellico.
Il ricognitore fu puntuale,volando basso con i motori al minimo.Il segnale doveva essere un panno bianco legato ad una lunga canna.
Fu proprio Elena insieme ai due ragazzi a segnalare al pilota inglese la loro posizione,difatti poco lontano da loro ,dall’aereo vennero giù con i Supply Drop ( piccoli paracadute)tre faldoni telati pieni di armi e munizioni .
I tre grossi sacchi furono caricati sui muli e portati all’accampamento.
Le armi consistevano in un centinaio di fucili mitragliatori STEN ,con il caricatore di traverso che consentiva di tenere ferma l’arma durante le raffiche.
C’erano anche una buona quantità di munizioni (proiettili cal.9)
Valeria ebbe assegnato proprio un fucile di questi ,esattamente quello che porta in spalla nella foto ;lei e Bill ebbero anche in dotazione due
tute da aviatore di cotone telato grigio scuro Erano di misura abbondante ,così da poter essere indossate facilmente sopra gli abiti civili.
Per i due giovani cominciò la vita alla macchia e già dopo qualche giorno essi furono operativi insieme ad Elena:
Si occuparono della distribuzione di quei fucili e di altre operazioni che seguirono nelle settimane successive.
Presto arrivo’l’inverno e poi a fine dicembre niente ricordava l’arrivo del Natale.
La notte della vigilia la passarono davanti al fuoco ,condividendo con i compagni un po’ di formaggio e delle fave cotte con pane raffermo ed un bicchiere di vino pieno a metà perché bastasse per tutti.
Qualcuno cominciò a cantare “Bella Ciao”ed algri si unirono a quel coro ,nel casolare disperso tra i monti dell’Alto Lario.
L’unica cosa che abbondava era la legna da ardere ,sicché la brace che si fece fu bellissima e talmente vivida da riscaldare tutto lo spazio a ridosso della casa dove era riunito quel pugno di guerriglieri.Bill e Valeria si tenevano stretti l’uno all’altra e lui ,baciandola teneramente sulla bocca ebbe il desiderio di fare all’amore.
Ma quella notte non c’era neanche il posto per dormire.
Il casolare era pieno di partigiani che parlavano delle loro famiglie e nessuno di loro aveva voglia di spegnere le luci per andare a dormire .
Appartarsi nel bosco significava esporsi al gelo della notte e così essi si addormentarono abbracciati vicino a quel fuoco ,coperti dai grandi cappotti militari di panno.Sognavano ad occhi aperti di essere sotto le calde coperte in un grande letto, dove godendo della reciproca nudezza si abbandonavano alla voluttà dei sensi.
Ma a volte i sogni si avverano ,difatti all’indomani ,mentre Valeria si trovava alla sorgente per lavarsi, passo’la vecchia contadina che abitava nel vallone.
“Sei partigiana?” chiese alla ragazza,
“Si,sono con loro da qualche mese “
rispose lei e la contadina soggiunse
“Oggi è Natale ,vieni con me che ti do’una gallina.Lo so che siete in tanti ,ma almeno il profumo lo sentiranno tutti e per gli altri ti darò il formaggio e le uova che tengo nascoste nel fienile.”
Intanto era giunto anche Bill che,dopo aver salutato ,si incamminò verso la casa a valle ,insieme alle due donne.
Il marito della vecchietta non c’era quando lei prese il pollo per tirargli il collo e spennarlo nell’acqua calda.Mentre preparava l’operazione,
guardò i due giovani e gli occhi brillanti di Valeria le fecero tenerezza.
“Lui è il tuo moroso ?” chiese la vecchierella.
“Sì e non vediamo l’ora di abbandonare i casolari,le notti sono tristi nei giacigli sui pavimenti delle stalle”
La contadina rimase un momento pensierosa,poi rivolta ad entrambi disse:
“Mentre faccio il pollo andate di sopra,c’è il lettone ; le lenzuola sono fresche di bucato.
Mio marito è sceso a Como e io ci metterò una buona ora per preparare il pollo.
Su salite per la scala di legno,siete giovani e vi fara’ bene”strofinarvi”un po’ nelle lenzuola pulite “
Parlava e ammiccava compiaciuta ,mentre Valeria si tirava Bill verso la scala tenendolo per la mano.
Il solaio era di legno e dopo un po’ le travi tradirono un ritmico cigolio.
La vecchina continuò a sorridere;era più contenta di loro ,mentre spennava la gallina nel lavatoio dell’aia,in quella mattina di Natale del 44.
Circa quattro mesi dopo,ad aprile inoltrato il gruppo di Valeria e Bill si era spostato a Dongo sul monte Croce ,dove avevano montato delle tende da campo a ridosso di un casolare diroccato che aveva solo un lato agibile con una scala esterna che portava ad un grande terrazzo coperto con una tettoia di legno.
Esattamente la mattina del 27 aprile
al campo arrivarono un gran numero di partigiani.Tra le varie squadre c’erano anche quella di Pippo(Urbano Lazzari) e Pedro(Pier Luigi Bellini)
Apparve subito strano ai ragazzi della squadra di Bill e Valeria quell’insolito concentramento di uomini ; tutti si muovevano in silenzio malcelando una generale ansia.
I comandanti si erano riuniti sul terrazzo ,ma già verso le dieci apparve chiaro che si stava preparando una operazione importante.
Oltre a Pippo e Pedro c’erano anche
Michele Moretti(Pietro)
Luigi Canali(capitano Neri)Aldo Lampredi e Giuseppina Tuissi(Gianna).
Erano tutti uomini della Luigi Clerici ; il comando dell’operazione era stato affidato a Pedro.
Qualche ora più tardi erano trapelate le indiscrezioni riguardanti quell’impresa:
era accaduto che il
giorno precedente una soffiata di un infiltrato tra i fascisti delle Bande Nere ,aveva intercettato ,guardando il nastro di un telegrafista ,la notizia che l’indomani Mussolini sarebbe passato nascosto tra i nazisti in un convoglio che ripiegava verso i confini in transito sulla strada tra Musso e Dongo
Sembra che il Duce insieme a Claretta Petacci stessero tentando di rifugiarsi in Svizzera.
Nella prossima puntata seguiremo le vicende di Bill e Valeria che parteciparono attivamente a quelle operazioni ,proprio sulla strada sotto il monte Croce.
Ma un incidente occorso a Bill lo costringerà a ricoverarsi in una casa vicina dove viene disteso su un divanetto che cinque anni dopo sarà’ oggetto di un ritrovamento che segnerà una svolta nella vita di Valeri

Camily Bosch





