Le note che curano, musica al plesso Ospedaliero “A. Tortora” di Pagani
L’Unità Operativa Complessa di Ematologia del Presidio Ospedaliero “A. Tortora” di Pagani presenta l’edizione 2025 di “Dicembre in Musica – Le note che curano”, una rassegna di concerti mattutini dedicati ai pazienti del Day Hospital, ai loro familiari e agli operatori sanitari.
Da oggi e sino al 31 dicembre, ogni mattina dalle 10.30 alle 12.00, gli spazi dell’Area Attesa si trasformeranno in un luogo di incontro, ascolto e condivisione, animato da musicisti volontari, studenti del Conservatorio, cori e associazioni del territorio.
L’iniziativa nasce con un obiettivo semplice e profondo: portare la musica dal vivo nel cuore del percorso di cura, creando per pazienti e operatori un’atmosfera natalizia calda, accogliente e familiare.
“La cura non è fatta solo di terapie e protocolli, ma anche di attenzione, ascolto e umanità” ha detto il dottor Catello Califano, primario – direttore UOC di Ematologia.
Il progetto si propone non solo di offrire un sollievo emotivo, ma anche di rafforzare il legame tra ospedale e territorio, promuovendo un’idea di cura che mette al centro la persona nella sua interezza.
Nel periodo natalizio, un momento che amplifica emozioni, ricordi e vulnerabilità, Dicembre in Musica vuole offrire un caldo abbraccio sonoro a chi attraversa un percorso complesso: sono le note che curano, che accolgono, che tengono compagnia.
Dicembre in Musica è reso possibile grazie alla collaborazione tra l’UOC di Ematologia – PO “A. Tortora”, la Direzione Sanitaria dell’ASL Salerno, l’Ufficio Comunicazione ASL, l’Associazione AIL, l’Associazione Locanda Almayer, musicisti volontari, scuole musicali, studenti, cori e artisti locali.
“Una vera e propria rivoluzione culturale, che spero si possa diffondere anche in altre strutture sanitarie per fare della medicina una vera scienza servizievole, al servizio dell’umano” ha commentato Carmela Trezza, Coordinatrice Infermieristica UOC di Ematologia.
Le basi scientifiche che sostengono questo progetto sono solide: numerosi studi internazionali nel campo delle Arts in Health dimostrano che la musica live può:
- ridurre ansia e stress durante le terapie
- migliorare l’umore e la percezione del dolore
- abbassare i livelli di cortisolo e la frequenza cardiaca
- favorire il benessere emotivo di pazienti e personale sanitario
Secondo la Medicina Narrativa (Rita Charon), l’esperienza della malattia non riguarda solo interventi clinici, ma storie, emozioni, relazioni. La musica contribuisce a restituire ai pazienti un senso di continuità con la propria identità, trasformando l’attesa in un momento di umanità condivisa.
La prospettiva della Salutogenesi (Antonovsky) conferma che la salute nasce anche dalla capacità di trovare significato e bellezza nelle esperienze difficili: la musica diventa così una risorsa preziosa per rafforzare la resilienza dei pazienti.
Infine, le più recenti neuroscienze dell’estetica (Gallese & Freedberg) mostrano che l’ascolto musicale attiva aree cerebrali legate all’empatia, alla coesione sociale e al benessere emotivo. Non solo cura il paziente, ma contribuisce a ridurre il burnout degli operatori sanitari.





