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Storie di Remo, l’incredibile George Attualità Cronaca 

Storie di Remo, l’incredibile George

XX puntata

George si era sentito attratto dalla bella Ida avvertendone un fascino irresistibile , proprio quella sera mentre era ai fornelli nella cucina di casa sua.
Quel magnetismo che gli scuoteva i sensi ,non era soltanto dovuto alle forme fascinose della donna, ma anche dalla circostanza in cui queste sensazioni avvenivano.
George si rendeva conto che i risvegli periodici della sua satiriasi ,avevano qualcosa a che fare con quel balletto esoterico degli incappucciati che egli stesso aveva visto saltellare con le pietre negli zaini di latta.
Come se quel diabolico ritornello che essi ripetevano in coro ,abbagliasse la sua anima ,mostrandogli la bellezza del peccato.
Il solo fatto che quella donna fosse nel posto dove era abituato a vedere la moglie Rosita ,gli trasmetteva i fremiti irresistibile della trasgressione.
Comprese l’essenza del suo malessere e si rese conto che quelle tentazioni erano violenti attacchi diretti alla famiglia.
Di fronte a questa presa di coscienza ,decise che non poteva più rischiare di cadere in quella trappola tesagli direttamente dal demone ; da quel momento cominciò ad evitare di incontrare Ida.
Un giorno ,entrando frettolosamente nel negozio , la vide seduta dietro al vetro blindato che parlava con sua moglie e la salutò appena con un cenno del capo,uscendo poco dopo senza rivolgerle la parola.
A cena Rosita si rammaricò della freddezza che lui aveva tenuto nei confronti dell’amica ,nonostante George giustificasse la sua fretta con un pressante appuntamento di lavoro.
Il tempo trascorse ed infine giunse la data del pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo.La domenica mattina alle 7, i pellegrini erano già tutti convenuti intorno al pullman in attesa di prendere posto.
Rosita si sedette accanto a Ida e tenne occupato un altro posto per George, sicché quando il pullman fu sull’autostrada questi si trovò seduto fatalmente al lato dell’amica.Il parroco era avanti accanto all’autista e con il microfono ogni tanto richiamava l’attenzione dei fedeli per qualche preghiera.
Ida si intratteneva a parlare con Rosita e il loro chiacchiericcio era condito di allegre risate . Ogni tanto sollecitavano George a intervenire e questi cercava di non far notare il suo profondo turbamento.Ida non usava profumi ma l’odore della sua persona era delicato e diffondeva una leggera fragranza di oleandro.I posti erano molto ravvicinati per cui il contatto fisico tra le persone sedute era inevitabile.George sentiva il calore della vicina ed avvertiva il profumo delicato dei suoi capelli.Lei si vantava di quello shampoo alla frutta esotica molto particolare.
Lo preparava un erborista di Vico Equense e lei lo amava talmente che ne comprava tre litri per volta,usandolo anche come bagno doccia.
George si appoggiava allo schienale cercando di evitare lo sguardo della vicina, ma era impossibile isolarsi ,se non fingendo di dormire.
Con gli occhi socchiusi guardava furtivamente Ida che aveva i capelli annodati vezzosamente sulla nuca ,tenuti fermi dal morso di un pinzone rosa.Si era in piena estate e la calura era già forte di prima mattina; Ida indossava una gonna di cotone corta di jeans e una elegante camicetta a righe.
Ai piedi ,un paio di sandaletti in cuoio lasciavano scoperte le dita con le unghie smaltate di azzurro.
Entrambe le amiche erano appassionate di cartomanzia ed ,in particolare Rosita, leggeva sempre libri che interpretavano il futuro attraverso i sogni,la lettura della mano ed anche del piede.Gli argomenti poco si confacevano con un pellegrinaggio spirituale ,ma le due amiche erano tanto prese da quei discorsi che non mostravano il minimo disagio.
Rosita guardava le mani di Ida e descriveva il significato delle varie linee ,asserendo che non c’era differenza tra uomo e donna.
Difatti, chiamando in causa il marito ,confrontava le sue mani con quelle dell’amica,riscontrando a suo dire alcune similitudini.
Rosita chiese anche a George di mostrare le sue mani ,poi lei stessa tenendole poggiate sulle gambe di Ida ne esaminava le linee.
George era chinato in avanti e la sua testa sfiorava quella della sua vicina ,avvertendo il calore ed il profumo della sua pelle.
La camicetta di lei lasciava intravedere la parte superiore dei seni e la gonna che aveva i bottoni davanti,tra le pieghe, era quasi arrivata a mostrare le sue mutandine.
L’imbarazzo di George era evidente ed anche Ida aveva perso la sua abituale spigliatezza.
Solo Rosita non sembrava affatto impacciata ,anzi prese a parlare delle linee del piede e per un attimo George temette che nell’enfasi goliardica che aleggiava nel gruppo ,Rosita giungesse a chiedere a Ida di mostrarle la pianta delle sue pendici.Sarebbe stata una tragedia per il povero George ,già inebriato dalle fragranze di Ida.
Furono interrotti dal prete che ,acceso il microfono ,annunciò la recita del Rosario.
La mattinata passò tra il viaggio e la visita al Santuario del Beato frate ,all’epoca ancora non assurto agli onori degli altari ,poi tutti si ritrovarono seduti in una trattoria del paese.
I tavoli erano in un giardino attiguo alla cucina ,sotto dei grandi tendoni che proteggevano dal sole.
George sentiva sempre più forte l’attrazione per Ida ;
nella chiesa aveva pregato a lungo il Santo dei miracoli di aiutarlo a sconfiggere la tentazione che montava soprattutto nella sua testa .
Al ritorno provo’a sedersi accanto al prete ,ma dopo un po’ arrivo’un vecchietto a reclamare il suo posto, perché diceva che dietro si sentiva male.
Il pullman era completo e George finì ancora una volta seduto in quella inquietante posizione a ridosso di Ida.
Rosita era tanto presa dai comuni interessi con la sua amica che sembrava voler approfittare di quella occasione per condividerli ancora di più.
Ida dal canto suo si voltava spesso dal lato di George per coinvolgerlo nell’ interlocutorio e i loro sguardi ,ancora una volta, si incrociavano non senza emozione.
Sull’autostrada un brutto incidente costrinse il torpedone dei fedeli ad una estenuante fila e l’arrivo a Sorrento fu ritardato di parecchio.
Giunsero a destinazione quasi alle 10 di sera e sorse il problema del rientro a casa di Ida ,perché l’ultima corsa del trenino locale era alle 21.
Fu Rosita a chiedere al marito di accompagnare a casa l’amica ,anche se non avendo l’auto c’era solo la disponibilità della moto.
Rosita saluto’e si avviò a piedi verso casa che distava poche centinaia di metri.George prese la moto e la inforcò tenendola ferma per consentire a Ida di salire.
Lei aveva uno zainetto sulle spalle che le lasciava libere le mani.
Poggio’il piede sul predellino e ,tenendosi ferma alle spalle di George ,scavallò la moto finendo dietro le sue spalle con la gonna praticamente sollevata del tutto.
Ma era buio e quella coppia che sfrecciava sulla motoretta verso Vico Equense si mescolò al traffico estivo domenicale della Sorrento by nigth.
Ida si teneva stretta alle spalle forti di George che avvertiva le sue forme prosperose che gli premevano sulla schiena .
Lasciarono il centro abitato fino a giungere alle pendici della collinetta che sale verso Vico.
La serata era calda e il canto delle cicale superava il rumore della moto.
George non ne fu certo, ma ebbe la sensazione che le mani di Ida che si tenevano strette a lui, si inarcassero come le zampe di un rapace.
Sara’ che i pensieri osceni cominciavano a dominare la sua mente ,ma ebbe l’impressione che le dita di lei stimolassero i suoi capezzoli.
Sta di fatto che quegli inquietanti terminali erogeni si inturgidirono sotto le palme delle mani di Ida.
Erano giunti in una curva alberata che dava verso un campo di viti completamente deserto. Fu in quel momento che
George ebbe una vampata di fuoco nelle vene e la moto sembrò dirigersi da sola in quel viottolo ,verso il fitto del vigneto.
Il mezzo rallentò nell’erba soffice fino a fermarsi spegnendo il motore e coricandosi su di un lato. Non ci furono parole ,ma solo sussulti e gemiti, mentre le labbra si cercavano appassionatamente i due si trovarono entrambi distesi sull’erba, l’uno sopra l’altra.
Ida non aveva molto da liberarsi per rimanere nuda e George ancora una volta sprigionò quel mister Hyde che sublocava dentro di sé da sempre.
Solo un raggio di luna crescente rimase a guardare la voluttà sprigionata dall’eccitazione di quegli amanti per una notte.
Il desiderio divenne smaniosa bramosia ed i sensi si mescolarono con quell’esaltante energia accumulata da lungo tempo.
Il canto delle cicale cadenzo’ baci ,carezze e tutto quello che si riesce a immaginare nella follia del sesso che non conosce inibizioni .
Alla fine , stremati rimasero supini a guardare l’astro d’argento sopra di loro.
Dopo che si furono ricomposti, ripartirono e quando giunsero a destinazione ,Ida si fermò davanti al portone di casa ancora frastornata per l’accaduto .
Ebbe solo la forza di sollevare la mano accennando ad un saluto in direzione di George che ripartiva verso Sorrento.
Durante le effusioni sul prato ,lei aveva ceduto completamente alle voglie più trasgressive della sua vita e solo in quel preciso momento in cui salutò  con la mano il marito dell’amica, pensò a lei e sentì nella sua anima una profonda vergogna.

 

 

Camily Bosch

scritto da 







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