Scandalo sanità in Sicilia, la procura di Palermo: arrestate l’avvocato salernitano e due imprenditori
Inchieste sugli “affari degli appalti” della sanità in Sicilia. La Procura di Palermo (Felice De Benedittis e Andrea Zoppi i sostituti procuratori titolari del fascicolo) guidata da Maurizio De Lucia ha chiesto al gip del locale tribunale 15 misure cautelari (otto in carcere, quattro ai domiciliari e tre interdittive per altrettante società) dopo l’ennesima indagine su tangenti e gare “aggiustate” in favore di alcune società private per le commesse pubbliche degli ospedali “Villa Sofia-Cervello” e “Civico” di Palermo. Si tratta di una nuova tranche della maxi inchiesta “Sorella Sanità” che vede come figura chiave, ancora una volta, il commercialista di Corleone Antonino Maria “Ninni” Sciacchitano, finito ai domiciliari lo scorso giugno nel procedimento “madre” sugli appalti della sanità in Sicilia e ora destinatario di una nuova richiesta d’arresto, questa volta in carcere. È il terzo filone portato avanti dai pm palermitani che, soltanto qualche giorno fa, per la seconda tranche hanno chiesto gli arresti domiciliari per l’ex presidente della Regione, Salvatore “Totò” Cuffaro e per il parlamentare di “Noi Moderati”, Saverio Romano. Lo scrive oggi la Città. Ora queste nuove indagini portano anche a Salerno: fra i destinatari delle richieste di misura cautelare delle ultime ore (che, adesso, dovranno essere valutate dal gip dopo gli interrogatori di garanzia che si terranno la prossima settimana), infatti, ci sono un avvocato, 67 anni di Salerno, e due imprenditori di Pagani (50 anni) e Pontecagnano (71enne).





