Morte sul lavoro a Scafati, Spinelli (Feneal Uil) scrive all’arcivescovo Bellandi: si faccia portavoce di un gesto simbolico contro le stragi
Ancora un tragico incidente. Ieri, l’ennesima vittima sul posto di lavoro. Inaccettabile che ancora si contino le vittime, costrette – nella maggior parte dei casi – a lavorare senza tutela alcuna. A Scafati un uomo ha perso la vita mentre stava lavorando in un cantiere edile, impegnato in alcuni lavori di ristrutturazione di un immobile quando è caduto, secondo una prima ricostruzione, da una scala.
“Non possiamo più voltarci dall’altra parte ed è per questo che oggi mi rivolgo al nostro arcivescovo, sua Eccellenza Monsignor Andrea Bellandi affinché possa farsi portavoce di un gesto simbolico, ma carico di significato- lo scrive il segretario provinciale Feneal UIL Patrizia Spinelli: individuare una data per onorare le vittime sul lavoro e far risuonare al lutto le campane di tutte le chiese della provincia di Salerno.
*La lettera*.
Eccellenza, con profondo dolore e speranza Le scriviamo per dare voce a una ferita che da troppo tempo lacera la nostra terra: le troppe morti sul lavoro nella provincia di Salerno, in particolare nei cantieri edili. Ogni vita persa mentre si lavora è una tragedia, una sconfitta collettiva. Dietro ogni vittima ci sono nomi, volti, famiglie, sogni spezzati. Nella nostra provincia, questo accade troppo spesso. Non possiamo più accettarlo in silenzio. Come sindacato dell’edilizia, la FenealUil Salerno ribadisce il proprio impegno per la sicurezza e la tutela dei lavoratori: Non vogliamo più dover abbracciare con il cuore spezzato le madri, le mogli, i figli di chi perde la vita su un ponteggio o in un cantiere. Ogni volta è un dolore che ci devasta, una ferita che ci accompagna e ci spinge a lottare perché non accada più. Con umiltà e convinzione chiediamo di far suonare le campane di tutte le chiese della provincia di Salerno in memoria delle vittime del lavoro. Quel suono deve essere un grido di vita, un appello che scuota le coscienze e richiami tutti – istituzioni, datori di lavoro, cittadini – al rispetto della dignità umana. Il lavoro è vita. Il suono delle campane è da sempre legato ai momenti cruciali della comunità – dalla gioia al lutto, dalla preghiera all’allarme – e noi auspichiamo possa diventare un messaggio potente: Ogni lavoratore ha diritto a tornare a casa, vivo. Che le campane non suonino solo per il lutto, ma anche per risvegliare le coscienze, per affermare con forza che la vita vale più del profitto. La sicurezza non è un lusso: è un dovere morale, civile, spirituale. E questa iniziativa deve partire proprio da Salerno, una terra di fede e di lavoro. È una provincia con una forte tradizione cristiana, dove le campane delle chiese hanno sempre rappresentato la voce della comunità: un richiamo alla preghiera, al raccoglimento, alla speranza. Il Duomo di San Matteo, che custodisce le reliquie dell’Evangelista, e il suo storico campanile normanno sono testimoni silenziosi di secoli di fede, dolore e rinascita. Ma Salerno è anche una città dove il lavoro si svolge spesso in condizioni difficili e dove troppe vite sono state spezzate. Proprio per questo, far partire il suono delle campane da questa provincia assumerebbe un significato profondamente simbolico e potente. È un richiamo spirituale e civile che può parlare al cuore dell’Italia intera. È un gesto semplice ma incisivo, che può diventare esempio per altri vescovi e altre comunità. Non per obbligo, ma per ispirazione. Che Salerno sia la voce che chiama alla vita. Che da qui si alzi forte il suono delle campane, non solo per commemorare, ma per impegnarci a non dimenticare. Per dire, insieme: mai più morti sul lavoro.
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