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Gli scafatesi Ridosso ritornano in carcere Provincia e Regione 

Gli scafatesi Ridosso ritornano in carcere

Tornano in carcere Luigi e Gennaro Ridosso . È stata eseguita dai carabinieri l’ordinanza dalla Corte d’Appello di Salerno dopo la decisione della Cassazione, il 15 ottobre scorso, di rigettare i ricorsi di tutti gli imputati accusati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Nel dettaglio, Luigi dovrà scontare 5 anni e 2 mesi, mentre a Gennaro – figlio del pentito Romolo – toccheranno 5 anni e 4 mesi di carcere. Tutti gli imputati rispondevano delle accuse di associazione a delinquere, che il giudice di primo grado ha però confermato solo dal 2007 al 2008 escludendola per il quinquennio precedente, usura e estorsione. Ai reggenti del clan Loreto- Ridosso era stato attribuito un ruolo di assoluto predominio nell’area scafatese e alleanze importanti con i gruppi criminali di Castellammare di Stabia. Un anno fa, tra conferme e rideterminazioni di pena, erano stati inflitti complessivamente 32 anni di carcere a sette degli otto imputati comparsi dinanzi alla Corte di Appello di Salerno. La sentenza aveva confermato l’assoluzione per Giuseppe Morello e rideterminato alcune condanne. Alfonso Morello , ritenuto il cassiere del clan, infatti era stato condannato a 6 anni (in primo grado gli erano stati inflitti 7 anni e mezzo), con l’assoluzione dall’accusa di associazione camorristica. Cinque anni e due mesi di reclusione, invece, per Luigi Ridosso (in primo grado 6 anni e 10 mesi). Tre anni, sette mesi e 10 giorni per Romolo Ridosso , padre di Gennaro che in primo grado era stato condannato a 4 anni e 10 mesi. Cinque anni e quattro mesi per Gennaro Ridosso, in primo grado era stato condannato a 8 anni e 10 mesi. Conferma a 3 anni anche per Massimiliano De Iulo , ex consigliere comunale di Castellammare di Stabia. Era stato condannato in primo grado a 6 anni anche il pentito Alfonso Loreto , mentre tre anni di pena erano stati inflitti per Carmine Di Vuolo . Anche la sentenza di primo grado, come quella d’Appello finita in Cassazione, era stata impugnata dopo il pronunciamento del gup dinanzi al quale erano stati celebrati i riti abbreviati.

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