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Tari a Salerno, rischio pignoramento per 8mila morosi Economia Primo piano 

Tari a Salerno, rischio pignoramento per 8mila morosi

È almeno di 10 milioni di euro la cifra che – annualmente manca nelle casse del Comune di Salerno per il mancato pagamento della Tari, la tassa sui rifiuti. Su un gettito preventivato di oltre 41 milioni – così era nel 2017 e così anche nel bilancio previsionale del 2018 – c’è una grossa fetta composta da evasione, elusione e morosità. Tra gli evasori, come conferma l’assessore al Bilancio, Carmelo Luigi Della Greca , non ci sono solo semplici cittadini oppure attività commerciali, ma anche enti e istituzioni importanti, tra cui la Prefettura, il Tribunale e l’Asl. «In alcuni casi – precisa l’assessore – il problema nasce dalla lunghezza delle procedure nei tempi di erogazione dei pagamenti, in altri casi non abbiamo mai ricevuto nulla».

E se le istituzioni sono “distratte” o ritardatarie, per i cittadini e i negozianti morosi, invece, si preannunciano tempi duri. «A partire da settembre – spiega Della Greca – per 8 mila posizioni, su una platea di 60 mila contribuenti, che dal 2013 risultano essere morose partiremo con tutte la azioni previste per il recupero dei soldi, con la maggiorazione e gli interessi conseguenti», fino al pignoramento dei beni. Mano dura sui morosi, dunque, anche se non sono poche le insidie e non sarà possibile recuperare completamente la cifra preventivata perché non sarà facile rintracciare, dopo anni, attività commerciali, magari fallite nel frattempo, oppure i reali intestatari di un appartamento. Un puzzle nel quale si si inserisce anche il capitolo evasione.

«Mentre sulla morosità abbiamo dei riferimenti per avviare le azioni conseguenti, sull’evasione è diverso. Tuttavia – sottolinea l’assessore – dei passi in avanti importanti sono stati compiuti e, grazie al censimento capillare, alle indagini sul campo, all’incrocio delle banche dati messo in campo dalla Soget, siamo riusciti ad ampliare la superficie tassata del 18 per cento (dal 2012)». Decisivi, in questo senso, sono stati lostudio delle planimetrie, ma anche le misurazioni degli immobili condotte sul posto. E, in questo modo, sono stati stanati i cittadini che provavano a eludere il pagamento dovuto dichiarando di abitare in una casa di metratura inferiore rispetto a quanto fosse effettivamente. Per il calcolo della cosiddetta parte fissa della Tari, infatti, vengono considerati sia il numero dei componenti del nucleo familiare che i metri quadrati degli appartamenti. Per una sola persona, ad esempio, si applica l’aliquota del 2,76 per cento a metro quadrato fino al 3,22 per cento per 6 o più componenti della famiglia. A questa si aggiungono 66,92 euro se si è sigle; 120,46 per due persone; 200,77 euro per una famiglia di 4 componenti; 274,38 se il nucleo familiare è di più di 6 appartenenti. E poi c’è l’aliquota per le superfici accessorie: 2,96 per cento a metro quadro per cantine, box e garage. A questa cifra va aggiunto anche il 5% di maggiorazione per la tariffa provinciale e altrettanto per il Comune.

In totale tra i 500 e i 600 euro all’anno per abitazione. «Tutto ciò che entra nelle casse comunali dalla Tari – spiega l’assessore – viene utilizzato per finanziare il ciclo integrato dei rifiuti». È chiaro, quindi, che più cittadini pagano e più bassa è l’imposizione fiscale, perché, come chiarisce Della Greca, «sarà inferiore la somma da ascrivere nel Fondo crediti di dubbia esigibilità, quindi non è possibile diminuire le tariffe ». L’obiettivo dichiarato, però, «è che debbano pagare tutti, per questa ragione puntiamo a migliorare innanzitutto sul fronte della riscossione, anche nell’ottica dei controlli su chi non paga. Il tempo è decisivo: poter controllare in tempi celeri vuol dire poter attivare prima tutte le azioni conseguenti per individuare con rapidità chi non paga e agire di conseguenza. Confido che con PagoPa ( sistema di gestione dei pagamenti elettronici ) sarà possibile potenziare e rendere più efficiente il servizio di riscossione». Fonte: La Città di Salerno

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