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Salvini e Di Maio litigano sull’immondizia in Campania- Italia e Mondo Politica Primo piano 

Salvini e Di Maio litigano sull’immondizia in Campania-

Sugli inceneritori in Campania si spacca il governo, col duro botta e risposta Salvini-Di Maio. Uno scontro innescato dal ministro degli Interni, dopo il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato ieri nella Prefettura di Napoli, dedicato anche ai roghi nei siti di rifiuti. Salvini lancia un diktat per costruire un termovalorizzatore in ogni provincia: cinque in tutto, attaccando Regione e comuni. E Palazzo Santa Lucia replica in modo altrettanto secco. Un antipasto di quanto forse può accadere lunedì, quando a Caserta c’è il Consiglio dei ministri sulla “Terra dei fuochi”.

L’affondo di Salvini. È la cronaca di una giornata ad alta tensione, nella quale si registra pure il ferimento di un 15enne attivista dei centri sociali che rimedia una manganellata al volto nella carica in galleria Umberto I. Ma a caricare è pure Salvini: «Temo si rischi il disastro ambientale, un’emergenza sanitaria e sociale, come in nessuna regione. Non c’è programmazione e c’è incapacità… ». L’allarme parte dall’annunciato stop dell’inceneritore di Acerra («L’unico della regione»), a causa della manutenzione a gennaio. L’accusa di incapacità colpisce i comuni, ma non solo. «Questo – precisa Salvini- vale anche per la Regione, perché le responsabilità sono ben distribuite ». La premessa serve a tirare fuori la proposta: «Occorre il coraggio di dire che serve un termovalorizzatore per ogni provincia perché se produci rifiuti, li devi smaltire». E l’idea non sembra un consiglio amichevole: «Non vorrei doverli imporre, ma se c’è di mezzo la salute dei bimbi e c’è incoscienza da parte delle istituzioni locali, si può anche imporli. Se si trovano le localizzazioni bene, altrimenti le troviamo noi…». E a chi ricorda che la competenza non è del governo, il vicepremier risponde: «Spero che qualcuno stanotte non dorma, c’è un tale livello di incoscienza senza che si sia fatto nulla. So bene che le regole in materia di rifiuti non spettano a me. Ma io faccio il possibile o l’impossibile». E per rafforzare il concetto, Salvini non esita a evocare lo spettro della camorra: «Se uno pensa male, e non sono io, potrebbe supporre che non si è fatto niente perché qualcuno ha interesse perché non si faccia nulla. L’unico impatto sulla salute per cui soffrono i napoletani e campani è quello della delinquenza che gestisce il racket dei rifiuti. Non si può pagare un’azienda solo per raccoglierli e non anche per smaltirli. Come vengono fatti i bandi e come vengono assegnate le gare? ».

La replica di Di Maio. Ma la retorica su Gomorra non soffoca l’incendio che sta per scoppiare a Palazzo Chigi. In tempo reale l’altro vicepremier Luigi Di Maio alza la voce. «Quando si viene in Campania e si parla di terra dei fuochi – scrive su Fb il capo politico dei 5 stelle – si dovrebbero tener presenti la storia e le difficoltà di questo popolo. La terra dei fuochi è un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia) non a quelli domestici». È un affondo concepito per placare la base grillina, in subbuglio sul tabù inceneritori. E Di Maio ricorda – tra le righe – come la narrazione pentastellata si alimenti anche sul traffico di veleni, proveniente anzitutto dal nord. «Quindi – scrive – gli inceneritori non c’entrano una beneamata ceppa e tra l’altro non sono nel contratto di governo» . Sono toni da Vaffa Day, lontani dalla prosa felpata del giovanevice premier grillino. Il M5s, dalla Lega, pretende altro: «Lotta alla contraffazione, contrasto alle organizzazioni criminali, videosorveglianza del territorio, bonifiche ed economia circolare. Tutte cose che sono nel contratto e che stiamo affrontando col Ministero dell’Ambiente di questo governo». Le parole giungono a Salvini, che precisa: «Io sono per costruire e non per i no, perché con i no non si va da nessuna parte. E i rifiuti li facciamo gestire alla camorra?». Ma il cerchio lo chiude Di Maio: «La camorra ha investito sul business degli inceneritori. Questo è il passato che non vogliamo più. Il futuro che vogliamo in tutta Europa è senza inceneritori e senza camorra». Stavolta, il leader dei 5 stelle link a gli articoli di due siti, riguardanti i verbali dei pentiti sul business inceneritori dei clan.

La reazione della Regione. «Le dichiarazioni del ministro, del tutto non veritiere – dice l’assessore all’Ambiente Fulvio Bonavitacola – ostacolano in maniera grave l’eliminazione dell’infrazione all’Italia (per l’errata attuazione della direttiva europea sui rifiuti, ndr ), ma aiuta chi a Bruxelles cerca argomenti per negare i tanti progressi compiuti e confermare la multa di 120mila euro giornalieri all’Italia. Noi siamo impegnati in azione concrete. Non a caso contro questo programma c’è chi vuole tornare indietro, alle collusioni. Altrimenti non si spiegano in poco tempo 7 incendi importanti in impianti essenziali per il ciclo dei rifiuti». Fonte: La Città di Salerno

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