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De Luca in tribunale a Salerno per il Crescent Politica 

De Luca in tribunale a Salerno per il Crescent

È atteso per questa mattina in aula per rilasciare dichiarazioni spontanee nell’ambito del processo Crescent che lo vede imputato per reati di abuso d’ufficio commessi quando era ancora sindaco di Salerno. Ma quando c’è di mezzo Vincenzo De Luca, l’imprevedibile diventa regola. Persone del suo entourage politico sussurrano che «il governatore ci tiene tanto». I più cattivi, invece, commentano che è «un rituale propiziatore».

De Luca, che non si è mai fatto sentire in qualità di teste, ha però presenziato a tutti i processi che lo hanno riguardato negli ultimi tempi: al Sea Park e in appello per il termovalorizzatore. E, da entrambi, è uscito con un’assoluzione ribaltando, nel secondo caso, la sentenza di primo grado che lo vedeva condannato ad un anno di reclusione. Assoluzione poi confermata anche in Cassazione.

Colpo di scena, dunque, nel processo all’ecomostro di Santa Teresa che porta la firma di uno dei più importanti architetti, Ricardo Bofill, e che è ormai giunto alle sue battute finali. In caso di condanna per lui scatta la legge Severino e decaderà dalla presidenza delle Regione.

Era il 2013 quando scattarono i sigilli al cantiere. De Luca riceve l’avviso di garanzia assieme ai componenti della sua giunta. In totale gli indagati sono trenta e i capi di imputazione variano da abuso d’ufficio, a falso a reati urbanistici. Tra le contestazioni all’allora sindaco quello di aver «forzato» la modifica del pua. Un anno dopo arriva il rinvio a giudizio e inizia il processo che è andato avanti con lo stesso collegio nonostante il trasferimento del presidente Vincenzo Siano da Salerno a Roma.

Il processo è andato avanti regolarmente nonostante alcune vicissitudini legate ai cambi di giudizi e alle lunghe perizie tecniche. Quella di oggi potrebbe essere l’ultima udienza, necessaria per completare le discussioni delle difese, e il 7 settembre dovrebbe uscire la sentenza.

Le richieste di pena più pesanti sono state proprio per il governatore della Campania, a processo per reati commessi durante il suo mandato di sindaco di Salerno (due anni e dieci mesi), quindi per gli imprenditori Eugenio Rainone e Rocco Chechile (due anni e sei mesi per ciascuno dei due). Nove mesi per i componenti dell’allora giunta De Luca (Eva Avossa, Gerardo Calabrese, Luca Cascone, Luciano Conforti, Domenico De Maio, Augusto De Pascale, Ermanno Guerra, Aniello Fiore, Vincenzo Maraio, Francesco Picarone); un anno e sei mesi per l’ex soprintendente Giuseppe Zampino; un anno ed un mese per il dirigente comunale Lorenzo Criscuolo; un anno e sei mesi per il tecnico Davide Pelosio; un anno e due mesi per Matteo Basile(funzionario comunale), Annamaria Affanni e Giovanni Villani (della Soprintendenza di Salerno); un anno per il tecnico comunale Nicola Gentile ed un anno e quattro mesi per la collega architetto Bianca De Roberto; un anno e dieci mesi per l’amministratore della Sist Maurizio Dattilo. Fonte: Il Mattino e FOTO di Tanopress, Francesco Pecoraro

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